Il
77% delle dipendenti di piccole imprese (circa 829mila, il 26,1% del totale)
possiede un contratto di lavoro a tempo indeterminato contro il 73,3% degli
uomini.
A
rilevarlo l’Osservatorio Lavoro della Confederazione Nazionale dell’artigianato
e della piccola e media impresa, curato mensilmente dal Centro studi della
Confederazione analizzando un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e
piccole con 125mila dipendenti complessivi.
L’occupazione
complessiva nelle piccole imprese continua a crescere costantemente. Anche a
febbraio si conferma il segno “più” davanti agli indicatori del lavoro.
L’incremento è stato dello 0,4% in un mese, rispetto a gennaio, e del 2,2% su
base annua, rispetto a febbraio 2016. L’occupazione nelle micro e piccole
imprese, quindi, è cresciuta del 6,2% dal dicembre 2014 (quando venne varata la
Legge di Stabilità 2015 che introduceva la decontribuzione sulle nuove
assunzioni a tempo indeterminato) a febbraio 2017.
Il
risultato positivo è trainato dal boom delle assunzioni: in un mese hanno
registrato un significativo +9,4%, la migliore performance da gennaio 2016, se
si esclude il dato di novembre scorso (+19,6%). Anche le cessazioni sono cresciute
(+13,4%) ma in misura ridotta rispetto al mese di gennaio (+20,5%). Un
incremento che ha riguardato le principali tipologie contrattuali: tempo
indeterminato (+9,3%), tempo determinato (+26,6%) e apprendistato (+26,6%).
Disaggregando
per tipologia contrattuale anche il dato complessivo delle assunzioni, a
febbraio i nuovi contratti a tempo determinato sono aumentati del 16,8%,
l’apprendistato è cresciuto del 14,5% e le altre forme contrattuali del 75,1%
(ma valgono solo il 4,9% dei nuovi contratti stipulati) mentre le assunzioni a
tempo indeterminato sono diminuite del 18,6%. Un andamento che dimostra come la
curva delle assunzioni a tempo indeterminato negli ultimi tre anni sia stata
influenzata dai provvedimenti del governo: all’inizio del periodo segnando un
aumento grazie alla decontribuzione, in seguito registrando una diminuzione per
la riduzione degli incentivi prima e per la loro eliminazione poi. Ma, nel
complesso, le piccole imprese hanno posto in luce una notevole dinamicità sul
fronte dell’occupazione, ben superiore per intensità della crescita
economica.
Fonte: